mercoledì 24 agosto 2016

Da Jackson (WY) a West Wendover (NV)

Partiamo per raggiungere il Jenny Lake, ma subito ci accorgiamo che anche oggi sarebbe inutile: la foschia dovuta all'incendio 50 miglia a nord di qui, impedisce di vedere panorami.
Per di più mi giunge un alert di Google: tutta la zona è in stato di emergenza e si consiglia l'allontanamento, quindi, verificata la notizia, cambiamo programma, facciamo inversione e partiamo alla volta di Park City (Utah), con una piccola sosta per rifornimento di benzina e cibi per il picnic.
A questo punto, Paolo ha un'idea brillante: il nostro programma sarebbe di raggiungere Park City e, domani, andare tornare da West Wendover per vedere il Great Salt Lake, il che comporterebbe 153 + 153 miglia (circa 500km) su una strada che per la maggior parte è  monotona e quindi vederla una sola volta è più che sufficiente, così lui propone un percorso alternativo che, scendendo verso sud-ovest a scaletta, ci porta direttamente a West Wendover, in modo che possiamo vedere domani il grande lago salato, poi fare la traversata di 150 miglia, visitare Salt Lake City, e infine andare per la notte a Park City.
Approviamo subito la proposta e così ci avviamo su un percorso che si rivelerà bellissimo e anche molto interessante.
Infatti, attraversiamo zone boscose, praterie, zone desertiche, paludi...

Piuttosto presto ci troviamo a risalire la verde valle che delimita a nord la Caribù Forest e Isacco, alla guida, avvista una diga di castori; è la prima che ne vediamo una e ci fermiamo immediatamente a fotografarla, ma subito dopo ci fermeremo ancora e ne vedremo altre formare dei piccoli laghetti lungo il percorso di questo che è poco più di un ruscello.
Le dighe sono costruite meticolosamente, con rami e rametti, e io mi immagino i castori sonnecchiare con i loro piccoli nelle tane nascoste lì dentro, per poi uscire verso sera e nuotare silenziosi da una sponda all'altra.
Forse io esagero, ma per me è commovente vedere l'impegno, la serietà, la costanza degli animali e, sinceramente, mi vergogno per la fiera di animali impagliati ultimamente vista in negozi, ristoranti, mostre varie, anche considerando i numeri: nei nostri giri per i parchi naturali abbiamo potuto capire quanto l'uomo abbia distrutto...animali peggio che decimati, specie ridotte alle soglie dell'estinzione. Ho negli occhi fotografie di cacciatori dal riso ebete seduti sopra montagne di bisonti, cervi, castori, volpi, oppure pescatori, dal riso non meno ebete, in barche traboccanti di salmoni, granchi, aragoste...adesso certe esagerazioni non sono più permesse, ma caccia e pesca sì... e non parliamo dei maledetti bracconieri. Ogni giorno che passa divento sempre più vegetariana e...abbasso le pellicce, malgrado io ne abbia, ma venti o trent'anni fa ragionavo diversamente....
E poi oggi non ha proprio senso comprare una pelliccia, dato che i nuovi materiali sono leggerissimi, caldissimi, tecnici e i capi bellissimi, con prezzi nemmeno paragonabili a quelli delle pellicce.
Quello che a me non piace (soprattutto ora che il progresso ci offre di tutto nei supermercati, compresa l'alternativa vegetariana), oltre al fatto che un animale sano e bellissimo venga inchiodato da un proiettile o fregato da un amo (la natura è spietata e gli animali hanno comunque sempre un predatore alle spalle), è un uomo armato fino ai denti in agguato, in attesa di centrare in fronte o ferrare un animale dignitoso e serio, consapevole di doversi guardare dai predatori, ma ignaro di lenze, trappole, ami, fucili e raggi laser vigliaccamente nascosti nel verde.
Che differenza di sentimenti...da un lato, un uomo che sa apprezzare la bellezza e la dignità degli animali, in grado di rispettare il loro diritto alla vita e capace di soddisfare i propri istinti predatori e di possesso con una macchina fotografica, una videocamera, con pennello o scalpello, e dall'altra parte un uomo che si sente appagato a ingannare e uccidere, esseri  viventi degni di ogni rispetto.
Due sguardi davvero opposti della vita e della natura.
Scusate la "tirata", ma questo è anche il mio blog ed io ho cambiato parere rispetto a quando ritenevo caccia e pesca parte della natura: non lo sono affatto ed è per me disgustoso vedere tutti questi negozi di armi, botteghe di imbalsamatori e stupendi animali imbalsamati che della vita hanno solo la parvenza.

Superiamo un passo, dopo il quale si apre una immensa vallata; vediamo le praterie dove i coloni si impiantarono, giunti con le loro carovane. Quello che mi impressiona è la solitudine, ancora oggi, di queste case, a volte in gruppetti di due o tre, ma spesso da sole, circondate da miglia e miglia di praterie.
Non riesco a capacitarmi di come abbiano potuto arrischiare viaggi pericolosissimi e decidere di cominciare qui una vita senza nessun appoggio, nessun riferimento ... quanto coraggio, quanto impegno, quanto lavoro ...noi oggi siamo abituati ad avere tutto a disposizione, supermercati, ospedali, tecnologie...qui non c'era assolutamente nulla, se non c'è nulla nemmeno oggi, niente città, niente villaggi, niente negozi, niente aree di servizio…
Ad un certo punto un cartello ci avvisa che non ne troveremo per più di 100 miglia!

Dopo molte miglia ci fermiamo nel piccolo parco di Soda Springs, dotato di un gazebo perfetto per il nostro picnic, dove è ancora presente una piccola sorgente di acqua frizzante.
La strada poi prosegue con rettilinei che si perdono all'infinito...guido io e mi piace da pazzi. Oltretutto la giornata è splendida e questo rende tutto ancora più emozionante.

Verso le 17 siamo a Montello dove Paolo e Isacco accontentano la mia passione per le sterrate e imbocchiamo quella, di circa 40 km, che percorre la Pilot Valley, previa verifica dello stato della strada presso il locale, tipicissimo saloon.
Vediamo così i primi accumuli di sale in un paesaggio desertico suggestivo, mentre Paolo guida a tutta velocità per "volare sopra le buche", come dice lui.

Alle 18 facciamo il nostro ingresso a West Wendover, la "città del peccato" per i mormoni al di là del grande lago salato: siamo nel Nevada è appena al di qua della frontiera con lo Utah le enormi, coloratissime, luminose insegne dei casinò occhieggiano verso la distesa bianca.

Forti delle passate esperienze a Las Vegas, andiamo dritti al grand Hotel-Casinò Rainbow, dove camere bellissime costano quanto quelle dei motel di periferia, in modo da attrarre i giocatori ai loro tavoli.
Noi, che giocatori non siamo, sfruttiamo l'opportunità e ci sistemiamo alla grande...nel disappunto di Paolo che si accorge di aver lasciato a Jackson il cavo del portatile...tentiamo invano di trovarne uno allo store.
Isacco poi decide di uscire in auto a vedere wildlife e via lattea, mentre Paolo ed io ci divertiamo molto a girare nelle enormi sale piene di tavoli da gioco e slot-machine e tappezzate da mega schermi con video di luoghi stupendi di tutto il mondo.
Ceniamo in uno dei ristoranti dislocati attorno alla enorme sala da gioco (anche qui prezzi molto convenienti) e finiamo la serata con un drink davanti ad un trio che suona e canta, molto bene, musica country-rock






Tra Alpine (WY) e Freedom (ID)

A cavallo tra Wyoming e Idaho: zone fertili e verdi





La vallee dei castori, Idaho









Verso Soda Spring (ID)





Sulla Idaho State Road n° 34 ...














Sulla sterrata da Montello verso West Wendover (circa 40 Mi)








West Wendover