venerdì 2 settembre 2016

Monument Valley e Betatakin

Wetherill Inn, ottimo, con ottima colazione.
L'acquazzone di ieri sera ha lasciato un cielo azzurrissimo percorso da nuvole stracciate
La Monument Valley non ci tradisce.
Lo spettacolo inizia ancora prima di entrare: mentre percorriamo la ventina di miglia che dall'albergo  ci portano all'ingresso, enormi roccioni rossi iniziano a sfilare vicino e lontano.
Quando poi ci affacciamo  dalla terrazza del Visitor Center, lo spettacolo della Monument Valley ci meraviglia  come fosse la prima volta che la vediamo. Non c'è descrizione che possa restituire quello che veramente si prova immersi in una dimensione senza tempo, dove ognuna delle enormi formazioni rosse ha una sua personalità e, se pure anche a me viene istintivo paragonarle a forme conosciute, come un elefante, un indiano, le tre sorelle, e così via, comunque presto mi rendo conto che è molto meglio lasciarmi investire dalle emozioni che col vento caldo mi giungono da ognuna: da una l'idea di silenzio, di lineare determinazione, dall'altra una solitudine serena, un'altra mi scaraventa da un passato primordiale ad un futuro siderale, una evoca il rimpianto, un'altra ha in sè una minaccia, un'altra ancora è casa, intimità, segreto.
Ci inoltriamo tra enormi massi tagliati, spezzati, contorti, lavorati in mille forme diverse. Si levano da distese di  cespugli verdi e azzurro argento radicati nella sabbia rossa. Tutt'attorno alla base dei roccioni, cascate di massi, pietre, sassi, sabbia.
Il sole e le nuvole muovono le grandi rocce con raggi di luce e veloci ombre, accendendole di un'infinità di colori.
Percorriamo tutte le sterrate sballonzolando sui sedili, e questo fa parte del fascino di questa valle.
Quando è ora di pranzo ci sediamo ad un tavolo da picnic della terrazza del Visitor Center e mangiamo  continuando ad ammirare le "butte" davanti a noi.
Ripartiamo: la destinazione è Page. Durante il viaggio una piccola deviazione ci porta al Betatakin, un altro villaggio indiano costruito sotto una enorme volta di pietra. Un sentiero ci porta più vicino possibile; camminiamo su roccia che mi pare la sabbia fossile vista a Canyonlands. Accanto al sentiero vediamo i molti arbusti con i quali gli indiani erano in grado di procurarsi di tutto, cibo, medicine, vestiti, scarpe....
Attorno a noi, per miglia e miglia c'è solo natura, proprio come ai tempi in cui il villaggio era abitato: come ce la caveremmo noi, se improvvisamente sparisse il Visitor Center, l'auto, la strada? È spontaneo calarsi nella situazione e capire di quanta ingegnosità siano stati capaci i popoli che hanno vissuto qui, e di quanta forza, e rassegnazione...
Arriviamo a Page e, contrariamente a quanto pensavamo, la ricerca dell'albergo è molto difficile. Capitare qui nel weekend non è la scelta migliore, ma d'altra parte non avevamo alternative. I prezzi sono alti, ma alla fine troviamo una sistemazione passabile al Knights Inn.  Concludiamo la serata, su mia iniziativa, in un ristorante cinese…proprio nulla di speciale, meglio dimenticarlo.





Monument Valley ...































































































Da Kayenta a Betatakin (Navajo National Monument)




Betatakin (Navajo National Monument)













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