domenica 4 settembre 2016

Bryce Canyon Nat'l Park

Non è il modo migliore per visitare il Bryce, quello di arrivarci nel ponte del Labor Day...ma non si poteva fare diversamente e quindi ci troviamo a condividere questa meraviglia con molte molte altre persone.

Fortunatamente, qui le cose sono organizzate molto bene: i parcheggi sono predisposti in corrispondenza dei punti più panoramici e riusciamo sempre (tranne una volta sola) a  trovar posto.
Veniamo subito accolti da alcuni "mule deers", che brucano tranquilli sotto i pini.
La grandiosità del luogo non viene intaccata dal gran numero di persone e, quando si cammina sui sentieri al bordo del canyon, ci si sente soli e piccoli di fronte a tanta bellezza. Migliaia di guglie, torri, colonne, pinnacoli in tutti i colori caldi che vanno dal rosa cipria al rosso caldo tipico di queste rocce. Ci sono anche sottili pareti sinuose che creano labirinti, o formazioni disposte ad arco, o ancora enormi massi in bilico su strette colonne. Noi, dall'alto, vediamo aprirsi uno dopo l'altro i 14 anfiteatri che, nel loro complesso, ne formano un altro, gigantesco.
Isacco ed io decidiamo di seguire lo stretto e ripido sentiero che scende, tra scorci uno più spettacolare dell'altro, nel cuore del canyon, fino al Queen's Garden, dove una roccia ricorda la regina Vittoria.

Risaliamo al bordo del canyon, faticando non poco, ma la salita è piacevole, sia per il panorama sia per un vento forte e tiepido che dà un certo sollievo.
Un'area nel bosco, predisposta con tavoli, ci ospita per il picnic.
Continuiamo poi a seguire in auto il bordo del Bryce, fermandoci ad ogni area, fino al punto panoramico più lontano e più alto. Spettacolare vista, nel vento che scuote la foresta: lo sguardo passa continuamente dal gigantesco anfiteatro con le migliaia di guglie rosa alle sconfinate foreste, alle montagne, ai canyon che si susseguono fino all'orizzonte.
Prima di uscire dal parco sostiamo a curiosare nel Visitor Center e poi nei negozi alle porte del Canyon.

Scesi dell'altopiano, poco dopo corriamo in auto lungo il Red Canyon, arzigogolato insieme di rocce che al tramonto diventano rosso fuoco.

Verso le 18:30 facciamo il check-in al motel già riservato (anche qui con una buona dose di fortuna: tutto è sold-out per via del ponte); nella spaziosissima camera, dato che qui siamo a 2000 metri e di notte fa freddo, ho la piacevole sorpresa di trovare un strano caminetto-stufa ad aria calda...dotato di video con fiamme danzanti.

La cena è semplice e divertente al Galaxy, locale anni '50, proprio traversata la strada. Il jukebox suona canzoni note, l'atmosfera è piacevole.
Isacco non è del tutto stanco e finisce la serata tornando in auto verso il Bryce, ad ammirare le stelle.



Il "Bryce View Inn" a Bryce City, dove abbiamo pernottato