martedì 30 agosto 2016

Da Norwood al Purgatory Resort

Anche se non ho trascorso molto bene la nottata per via del bruciare alla gola, penso dovuto alla gelida aria condizionata che mi soffiava sul collo ieri sera al saloon (evidentemente il cambio di tavolo non è stato abbastanza tempestivo), il risveglio, in un cielo terso limpidissimo, è molto piacevole: la colazione è nella saletta della lobby, tutta finestre, ed arredata con un caldo, solido e rassicurante stile campagnolo. Paolo ed io, alle 6:30 del mattino, siamo gli unici ospiti svegli e così la saletta è tutta per noi e ci godiamo appieno questo momento, comodamente seduti sul grande divano in pelle, morbidissimo.

Oggi siamo già in Colorado, e in poco più di un'ora di viaggio raggiungiamo i punti panoramici davanti al Mount Sneffels, mio antico e primo amore di quando gli Stati Uniti, con il loro parchi e la loro meravigliosa natura, erano solo un sogno che mi accontentavo di realizzare sfogliando le fotografie in Internet a notte fonda.
Mai avrei pensato di ritrovarmi qui, e per la seconda volta per giunta! E il ritornarci vale davvero la pena, perché oggi ci arriviamo di mattina con il cielo sereno e la luce a favore.
Ci fermiamo più volte a scattare fotografie prima di arrivare a Ridgway.
 Nel tragitto, il mio mal di gola vira velocemente e assume caratteristiche più fastidiose… testa che scoppia, sento la febbre salire…
Ma questo non mi impedisce di godere la strada fino a Ouray, "The Switzerland of America",  mitico centro minerario, ora luogo turistico di montagna, collegato dal terribile Black Bear Pass alla più rinomata Telluride, dall'altra parte del complesso montuoso del Mount Sneffels.

Proseguiamo di qui verso il Red Mountains Pass e ringrazio Paolo per la sua guida calma e rassicurante, perché non ricordavo affatto che la strada fosse così paurosa: non è lunga, ma è piuttosto stretta, a curve e tornanti, e non è riparata da nessun guard-rail…
Cioè proprio il tipo di strada che io detesto.
Sono però ripagata dalla vallata che si apre dopo il passo: le pendici dei monti, coperte di betulle e conifere, risalgono verso le cime formate da enormi sabbioni in moltissime sfumature di rosso e ocra, che i raggi di sole accendono qua e là.
Sparse nella vallata sono le miniere ormai abbandonate che raccontano la storia di questa che è una delle dieci strade più pericolose al mondo…in inverno naturalmente, quando le valanghe non cessano di cadere e la strada deve comunque essere percorsa dai mastodontici camion.

Con una bella discesa panoramica scendiamo a Silverton: qui, un tempo, il treno a vapore provvedeva al trasporto dei minerali (argento, oro, ed altri) fino a Durango.
Il treno esiste ancora, e lo vediamo sbuffante fermo proprio nel bel mezzo del paese, ma oggi trasporta turisti.
Silverstone è molto caratteristica: rispetto quattro anni fa purtroppo hanno asfaltato la via centrale, ma tutte le altre vie rimangono sterrate.
Ogni cosa ruota intorno alla ferrovia… E così anche il picnic oggi sarà in un prato alla fine di un binario: Paolo e Isacco gustano i loro panini seduti sulle traverse della ferrovia, mentre purtroppo il mio raffreddore galoppa e io rimango a dormicchiare in auto.
Mi procuro uno yogurt e una banana alla grocery, prima di ripartire.

Dopo circa mezz'ora, ci ritroviamo allo stesso lago al Molas Pass dove quattro anni fa avevamo visto due alci: oggi non ne vediamo, ma ci fermiamo parecchio tempo sulle sponde del laghetto.
Isacco cammina attorno al lago, noi invece riposiamo un po' in auto e poi io mi diverto a dare pezzettini di pane a due anatre.
Il paesaggio, con l'acqua calma circondata dalle foreste di pini e betulle, è davvero rilassante...staremmo qui ancora, ma sappiamo che e meglio procurarci per tempo la sistemazione per la notte, così proseguiamo e dopo un'altra trentina di miglia ci fermiamo al Cascade Village, il quale purtroppo ha più che raddoppiato i prezzi rispetto a quattro anni fa, ma la gentile signora alla reception (originaria di Tacoma, Seattle) mi indica un altro residence più avanti: è il Purgatory Village, dove infatti dopo un'estenuante attesa alla reception per interminabili ricerche al computer dell'addetto, con la febbre che ormai mi sta facendo scoppiare la testa, ottengo la agognata sistemazione.

Posso finalmente crollare a letto con una bella aspirina e una tazza di tè  (rooibos, privo di caffeina...lo adoro).
Mentre io mi godo la camera, accogliente e silenziosa, dotata di ogni possibile attrezzatura (cucinetta completa di tutto, lavatrice e asciugatrice, caminetto, ecc.), Paolo e Isacco vanno a cenare in un locale particolarissimo, tutto tappezzato da biglietti da un dollaro, ritornandone con un generoso doggy bag di una pizza dall'ottimo aspetto, ma che non mi attira…devo occuparmi di mal di gola, tosse e raffreddore!



Norwood (CO)


Il Backcountry Inn, dove abbiamo pernottato

Da Norwood a Ouray (CO)








Ouray (CO)





Da Ouray (CO) a Silverton (CO) attraverso il Red Mountains Pass

















Silverton ...










Il Molas Pass e il Purgatory Resort







E la sera, mentre Paola lotta col mal di gola ...

Isacco e Paolo vanno a mangiare la pizza in un locale davvero "peculiare" :)

The Olde Schoolhouse Cafè & Bar