giovedì 25 agosto 2016

Da West Wendover (NV) a Park City (UT)

Dopo una dormita di quasi nove ore, mi sveglio super riposata.
Paolo ed io ci concediamo una divertente colazione al casinò, nello stesso ristorante di ieri sera, mentre già di buon mattino molti giocatori sono già al lavoro.
Mah...che dire...sarebbe un discorso lunghissimo...io mi rendo conto di quante differenze di approccio ci sono e sarebbe davvero facile e anche stupido giudicare.
Davanti alle slot-machines ci sono tante persone: fumatori con i volti scavati e cianotici, con la sigaretta in mano e l'espressione un po' incavolata; donne enormi dai capelli arruffati con larghe camicie in improponibili fantasie e gran bicchieroni in mano; tipi nervosi che saltabeccano da una all'altra macchina, altri che si aggirano circospetti cercando di trovare la macchina "giusta", altri ancora che sembrano automi mentre abbassano ritmicamente la leva fissando le figure che girano.
Poi ci sono i curiosi, gli inesperti, gli esperti, gli indecisi...e ci siamo noi, talmente disinteressati al gioco da non tentare nemmeno con una monetina.
Io cerco, pur nel divertimento di questa strana situazione, di avvicinarmi con molto rispetto a tutto ciò e mi guardo bene dal ridere di queste persone.
Quello che mi viene spontaneo pensare è che la vita può far tanto male da richiedere un luogo, pur fasullo, dove la realtà possa essere dimenticata, almeno per un poco, ma poi è facile che questa realtà fasulla divenga tanto reale da essere irrinunciabile...mah!

Lasciamo questo paesino di luci al neon e, contrasto totale, poco dopo siamo nella bianca distesa, dove non si vede altro che sale, montagne brulle e cielo.
Siamo all'inizio della Bonneville Speedway, famosissima per le auto e le moto lanciate alla massima velocità e vista tante volte nei film.
Uno, bellissimo, è Indian, con Antony Hopkins e ci pare di rivederne le scene girate qui.
Mi piace inoltrarmi sulla distesa bianca, sentire il vento salato, prendere in mano blocchetti di cristalli luccicanti.
Questo è uno di quei luoghi dai quali mi è difficile allontanarmi...ma la strada ci chiama e, dopo un po' di chiacchere con un simpatico motociclista del Michigan venuto qui per tentare un record con la sua Kawasaki, prendiamo la highway che ci farà attraversare il grande lago salato.

Ci fermiamo ancora un poco in un'area dotata di fontanella per lavarsi i piedi; qui infatti si cammina su acqua e sale: si vede benissimo il processo di evaporazione e di cristallizzazione, il formarsi di fragili veli sull'acqua che poi, asciugandosi ulteriormente, si addensano in cristalli.

La lunga strada che ci porta a Salt Lake City è tipica ed interessante, ma monotona: è facile addormentarsi e ci diamo il cambio alla guida.

Dopo aver comprato il cavo per il portatile in uno dei vari Radio Shack di Salt Lake City, all'ora di pranzo siamo al City Creek Center, in centro alla città dei mormoni.
Per il nostro picnic è perfetto uno dei tavoli attorno alla fontana.
Dopo un giro tra i negozi e un salto all'Apple Store dove purtroppo scopro che non è possibile modificare il formato e la risoluzione delle foto nel mio iPhone 6, girelliamo nel "vaticano dei mormoni", come lo chiamiamo noi. Il tempio imponente, di un mix di stili che non incontra molto il nostro gusto, non è mai aperto al pubblico. Lo è la grande sala ad anfiteatro, dove sostiamo solo un momento.
Attorno, fontane e cascate di fiori, stupendi.
Persone sorridenti dall'aria mistica camminano molto comprese.
Veniamo abbordati da due ragazze carine, una mora e una bionda: due "sister" che stanno facendo qui il loro noviziato (se così posso chiamarlo) ed evidentemente devono esercitarsi a tentare conversioni...siamo gentili, chiacchieriamo un po', la ragazza biondissima è di Seattle (Magnolia) e non vede l'ora di ritornarci...ma non diamo loro il tempo di tentare una predica e le salutiamo.

Giriamo poi nell'edificio lussuosissimo che offre ai fedeli rifugio, consiglio, conforto, poltrone, musica e anche bar e ristoranti in un'atmosfera paradisiaca. Statue e dipinti di Joseph Smith, il fondatore, sono dovunque dentro e fuori l'edificio.

Ripartiamo e a metà pomeriggio siamo installati al Double Tree di Park City, località montana dove si sono tenute le olimpiadi invernali del 2002, molto bella e fortunatamente qui l'alta stagione non è quella estiva, quindi gli alberghi fanno ottimi prezzi e sono molto belli. Il nostro ha una fantastica piscina calda abbastanza da permettere a me e Isacco dì sguazzare beatamente nell'aria frizzante a più di 2000 metri, sotto un cielo blu con fugaci nuvole bianchissime.
Il relax prosegue nella jacuzzi lì accanto tra chiacchiere amene con una coppia di Chicago.

Isacco va a far spese e Paolo ed io passiamo in rassegna le numerose gallerie d'arte sulla Main Street e finiamo molto piacevolmente la serata nella stessa birreria dove avevamo cenato 4 anni fa...l'unico problema è una folle aria condizionata, gelida, che ci arriva dritta sulle spalle, ma ci facciamo cambiare tavolo e tutto si risolve per il meglio.





Bonneville Salt Flat ...
















Sulla Interstate 80, verso Salt Lake City










Salt Lake City (UT)